domenica 24 ottobre 2010

La serata della cultura: Marchionne's philosphy, le perle di saggezza di Lucianina e la prosa giornalistica dalla Gabanelli

La domenica sera per me è la serata dedicata alla cultura, anzi alla tv e alla visione di programmi intelligenti e che soprattutto ti fanno incazzare, ma anche pensare.

Inizio di solito con una cosa leggera leggera su Rai4, Brothers e Sisters - Segreti di famiglia.
Un bel telefilm 100% american style che racconta i segreti e i casini della dinastia dei Walker. Mi piace perchè c'è Calista Flockhart, attrice che ho amato tantissimo nella sua interpretazione della surreale avvocatessa Ally McBeal, che in questo telefilm interpreta una rampante e tosta addetta stampa di un senatore repubblicano.
Ma questo è solo un leggero aperitivo per prepararmi alla cena culturale con Che tempo che fa e Report.

Seguo da sempre Che tempo che fa e trovo irritanti le polemiche fatte negli scorsi giorni su quanto guadagna Fazio, perchè lo pagano così ecc. Sono tutte cazzate, abili stratagemmi per distrarci e farci perdere l'obiettivo finale del suo programma: fare cultura, dare informazione di un certo tipo ai cittadini e farlo anche con una certa dose d'ironia, cosa difficilissima in un Paese che oramai comunica solo urlando e con slogan.

Questa sera ho particolarmente apprezzato l'intervista a Sergio Marchionne, AD di Fiat che per i suoi piani industriali non gode di grande fama nel nostro Paese. Io ho trovato le sue considerazioni corrette: il nostro sistema industriale, per come è strutturato, è poco competitivo.
O cambiamo oppure soccombiamo e perdiamo altri posti di lavoro.
Un ragionamento semplice, da uomo che ogni giorno deve fare i conti con i soldi reali e soprattutto con un governo che non ha speso mezza riga per mettere insieme una legge di rilancio dell'Italia, ma questa è una polemica che tratterò in un altro post.
Marchionne ha ragione: i sindacati molto spesso lottano per mantenere dei privilegi e dei contratti che al giorno d'oggi non sono più competitivi, per nessuno: per le aziende che li devono usare, per i dipendenti che sono pagati sempre meno rispetto alla media UE (intendo di Germania, Francia e UK).
La flessibilità ci vuole, ma deve essere reale, non una via per mascherare un lavoro da dipendente, ma uno strumento per trasformare l'Italia in un'industria efficiente e produttiva.
Libertà d'impresa non deve essere "Faccio quello che voglio, sono io il padrone, comando, guadagno un mucchio di soldi e me ne frego dei miei dipendenti" ma deve essere sinonimo di reale libertà e competitività, deve essere uno strumento per premiare chi lavora bene, chi investe in eccellenza, chi non usa banali sotterfugi per pagare meno tasse e magari farsi una casa a Montecarlo.

Le sue parole mi hanno dato un minimo di speranza, almeno mi rincuora sapere che qualcuno la pensa così e non pensa solo al suo portafoglio e alla velina di turno.

Poi è arrivato il momento di Lucianina, che ADORO!
Sagace, pungente, diretta, a volte un po' troppo sboccata per i miei gusti, ma cattura l'attenzione con la sua capacità affabulatoria.
Prende in giro il povero Fazio, se mettesse qualche culo in più e togliesse del contenuto dal suo programma, non avrebbe tutti questi problemi con la stampa e la politica.
Condivido con lei la strategia attuata da qualche anno del Non pensare, di svuotare la Rai di programmi di contenuto, di riempire il palinsesto con talk show urlanti e con i soliti quattro politici e giornalisti arroganti, con l'ennesima edizione di Ballando con le stelle e con programmi - fuffa per distogliere l'attenzione dei cittadini dai reali problemi. E' fondamentale sapere chi sarà il prossimo eliminato da X - Factor piuttosto che avere notizie sulle case di Silvio ad Antigua.

E poi è arrivato Report.
Programma che ho scoperto al liceo e che ho sempre seguito con interesse.
Un programma scomodo, che ti lascia l'amaro in bocca, che ti fa venire la voglia di mandare tutti a cagare e di trasferirti al Polo Nord.
Un programma difficile, pesante, ma che rispolvera il sapore del vero giornalismo d'inchiesta, fatto da giornalisti documentati, preparati, ironici, sagaci e determinati. Giornalisti che non urlano, che non si mettono in bella mostra nel solito Annozero di turno, lamentandosi che non guadagnano, arroganti e sempre più presuntuosi, come se se fossero investiti da Dio nel compiere la missione d'indottrinare noi povere capre italiane.
Che palle questi giornalisti boriosi.
Divetti da quattro soldi, artigiani della parola complicata, urlatori di idee e maleducati per vocazione.
Io non li posso più soffrire. Mi sembrano delle attricette di serie B o dei fuoriusciti dell'ennesima edizione del Grande Fratello, che si sentono Vip solo perchè sono stati 4 giorni davanti ad una telecamera.

Io adoro Milena Gabanelli, il suo modo pulito, diretto, sincero di raccontare un'Italia mediocre, fatta di furbetti, di false illusioni, di slogan e di cazzate politiche, dette solo per accapararsi la poltrona di turno e intascarsi 10.000 euro al mese senza fare un tubo.
Milena è stata una mia musa, una giornalista che mi ha convinto che la strada della stampa poteva essere anche la mia strada e per questo la seguirò, sempre,.

mercoledì 20 ottobre 2010

Barcollo, ma non mollo!

Nell'ultimo periodo i miei post sono stati abbastanza sul pessimismo cosmico andante, con l'aggiunta di una bella manciata di ansia e anche un pizzico di paranoia e frustazione.

Magari ho dato l'idea di una che ha perennemente saturno contro - il che è in parte vero, in quanto ariete ho un atavico conflitto con saturno, ma devo dire che ci sto imparando a convivere - ma oggi mi sono detta: "Dai, basta con il vedere tutto nero e cerca di darti una svegliata!".

Quindi mi sono auto inniettata una sana dose di ottimismo, propositività, fede nel prossimo e speranza, che è sempre l'ultima a morire.
In aggiunta una bella fetta di voglia di fare = sto mandando curriculum a mezza Lombardia, perchè prima o poi qualcuno mi raccatterà e riconoscerà il mio valore.

Perchè sono brava, sono seria, sono in gamba, sono una tosta, c'ho due lauree, parlo l'inglese e sono creativa.
Ok, stop...perchè chi si loda s'imbroda, ma perdonatemi...scrivere queste cose aiuta la mia autostima.
E' vero, yes I can!

PS: la grossa azienda per la quale ho fatto un colloquio un mese fa...non ha ancora preso una decisione in merito, notizia di ieri.
Mi fanno penare fino all'ultimo...

martedì 12 ottobre 2010

Una ragazza in gamba


E' un ritornello che mi sento ripetere da un po'.

La capa, dopo la mazzata, continua a ripetermi che sono in gamba, di non preoccuparmi e altre storie del genere.
Un cliente che continua a ripetermi che sono in gamba, che anticipo sempre i suoi pensieri, che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, che i miei testi sulle telco sono super fighi.
I miei genitori mi ripetono che sonon in gamba, una ragazza da mille risorse, che sono brava.
I membri nel moto club lodano la mia attività, anche se ogni tanto sparano a zero, e mi riempiono di nuove iniziative da gestire.

Anche il gatto mi guarda con sguardo ammirato e dentro la sua testolina pelosa pensa: "Ma quanto è in gamba la mia padroncina!".

Ecco.
Non prendete questo post come un'autocelebrazione, come lo sfogo di una che ha un ego che pesa 100kg, di una che se la tira ed è convinta che tutto le è dovuto.

Prendetelo come un post sfogo, sulle fregnacce che continuo a sentire, discorsi buonisti sulle mie capacità e sulle mie competenze.
Perchè sono tutti bravi a parlare, ma intanto la ragazzaingamba ha un contratto a progetto in scadenza, la sola prospettiva della partita iva e nessuna risposta dalle aziende che mi hanno già contatta e colloquiata.
Vorrei essere in gamba, con un lavoro e un contratto decente.
Punto.

giovedì 7 ottobre 2010

La paranoia imperante

Sono in piena paranoia.
Anzi, soffro di paranoia conclamata da qualche giorno maa oggi pomeriggio la mia simpatica sindrome si è acutizzata, in maniera esponenziale.

Come scrissi qualche tempo fa ci sono dei cambiamenti in vista in ambito lavorativo e sempre come scrissi tempo fa in modo criptico e scaramantico, ero in ballo per un posto davvero appetitoso.

Bene, il colloquio l'ho sostenuto esattamente due settimane fa, in sede di colloquio (durato un'ora) mi era stato detto che avrebbero preso una decisione e dato una risposta, sia negativa sia positiva in massimo 10 giorni. Dopo di me c'erano altre persone in lizza e dovevano valutare.
Il prescelto/a sarebbe stato richiamato per effettuare un secondo colloquio per discutere il contratto e che loro volevano inserire il prima possibil, ed in forma permanente, questa risorsa.

Oggi siamo al 7 ottobre e non ho avuto nessun segnale.
Quindi ho chiamato, solo per capire se mi dovevo già sparare - abbiamo deciso di bloccare la selezione, facciamo fare il lavoro alla portinaia, abbiamo esaminato 1200 persone ma non abbiamo trovato la persona giusta, il tuo curriculum fa schifo, tu non sei degna del ruolo e quindi dedidati alla botanica.

Mentre nella mia testa giravano vorticosamente queste scene da film mediocre, la signorina che mi ha risposto - colei che aveva fissato l'appuntamento - mi ha detto che la responsabile HR non era in sede e che lei sapeva soltanto che dovevano dare delle risposte a diversi candidati che si erano presentati per quel ruolo, prendeva nota del mio nome e buonanotte al secchio.

Cosa faccio? Ci devo mettere una pietra sopra vero?
Dentro di me ci speravo tantissimo, lo giuro.

Il colloquio non è andato male: sono arrivata con 10 minuti di anticipo, ho aspettato 20 minuti che mi ricevessero (e io ero in ansia totale) e poi mi hanno portato un una sottospecie di ripostiglio e mi ha per prima parlato la responsabile HR, facendomi un'intro sull'azienda e bla bla.
Dopo di che è arrivata la responsabile comunicazione - il resp mkgt sfiga mia era impegnato - che mi ha illustrato di cosa avevano bisogno, poi mi hanno chiesto di raccontare la mia esperienza.
E sono partita raccontando cosa faccio, portando dei materiali di comunicazione che ho realizzato, mi hanno fatto delle domande sul mio lavoro (alcune provocatorie: cerchi solo la stabilità contrattuale? perchè cambi? ecc).
Ho cercato di rispondere in modo chiaro, preciso, guardando sempre negli occhi il mio interlocutore.
Alla fine ho concluso dicendo che sono una ragazza sveglia e che amo il mio lavoro.
Mi hanno tenuta un'ora,.
Secondo voi è andata male?

martedì 5 ottobre 2010

Tenerezze d'autunno


E' arrivato l'autunno, ufficialmente l'estate è finita.

Via le infradito, le ballerine senza calze, le zanzare tigre, il caldo afoso della pianura padana, le gite in bici in riva al fiume, le gite in moto alle tre del mattino, il dormire senza calzini e solo con il lenzuolo, delle bibite con il ghiaccio, i tre gelati al giorno.

Ora è il tempo della sciarpina attorno alla gola - già dolorante - delle converse con i calzini lunghi, delle serate sul divano con la copertina, delle mia ciabatte pelosone con disegnato il micio, del pigiama lungo e della canotta della salute, del the caldo a metà pomeriggio e dell'umidità imperante, sia a casa sia in ufficio, delle mani gelate mentre scrivo sulla tastiera.

Ma è anche il tempo di zucche e castagne, dei pomeriggi a cucinare torte e pasta fatta in casa, delle domeniche pigre con il micio e il Morus come scaldini, delle nostre merende con focaccia e pancetta, delle coccole, dell'amore, della casa.

Per me l'autunno è il tempo della meditazione, della calma, di un buon libro e un bel bagno caldo, della crema per il corpo allo zenzero, tempo delle prime cioccolate con la panna, dei biscotti caldi, di una bella serata in un pub con una birra, un panino e qualche buon amico.

E' il tempo del cibo, della prima polenta, del capriolo in salmì, delle caldarroste in piazza, degli alpini felici.

E' il tempo da dedicare a me stessa, al mio futuro, alla mia vita, alla mia famiglia.
E' la stagione della tenerezza.