mercoledì 14 luglio 2010

Luglio con il bene che ti voglio...


Ho da sempre un rapporto conflittuale con Luglio, ebbene si, ho il coraggio di ammetterlo.

I miei ricordi più lontanti di questo mese risalgono intorno ai 4 anni cira, quando frequentavo il Bimbo Estate, la versione estiva della scuola materna, dove stavamo a mollo in piscinette tutto il pomeriggio e andavamo in gita alle Cornelle, con l'insalata di riso come pranzo e un buffo cappellino in testa.

Poi una volta approdata a scuola trascorrevo questo mese in vacanza con i miei nonni, nella ridente località Roncola San Bernardo, giocando al calcio balilla, andando sulle macchinine elettriche e mangiando gelati. Sono andata in montagna con i miei nonni dai 6 anni fino ai 16, poi non ce l'ho fatta più, perchè alla Roncola non è che ci fosse tutta sta movida.
Ma negli anni della prima adolescenza mi sono divertita un sacco: ci facevamo i gavettoni, andavamo in giro in bici, giocavamo a palla in mezzo alla strada, prendavamo il sole.
Alla Roncola ho vissuto le mie prime storie d'amore "bollenti", i primi giri di nascosto in motorino in due, le sigarette e le prime birrette. Attendere che i ragazzi ti notassero alle partite di calcio del campo sportivo, fare le fighette quando i ragazzi di Ponte o Almenno venivano su e ti portavano in giro.

Luglio in quegli anni era per me il mese della trasgressione e del divertimento, delle risate, del mangiare le schifezze e fumare sigarette senza aspirare.

Dai 16 anni ho iniziato a stare a casa, un po' perchè la compagnia montanara si è sfaldata - gente che lavorava, ragazzi che non venivano su più perchè i nonni non potevano - insomma l'ultimo anno è stato per me un supplizio e non ci sono più andata.
Per la prima volta nella mia vita ho fatto i conti con il caldo afossissimo della pianura padana, è stato uno shock!
Le mie estati liceali erano fatte da interminabili partite di scala quaranta e macchiavelli con le amiche, sigarette e tuffi al fiume. Sempre senza soldi, in giro in bici o in motorino a scrocco, oppure andavo in giro con il ragazzo dell'epoca con la macchina, dato che lui era GRANDE.
Luglio fatto di versioni di latino, compiti di matematica che avrei copiato puntualmente a settembre e tanti tanti romanzi.

Poi arriva l'università, il primo luglio da universitaria è stato caratterizzato dall'impatto con la sessione estiva degli esami: UN INCUBO. Mi ricordo ancora quando ho dato, per ultima della giornata, l'esame di storia contemporanea, alle 19 di sera in una Milano torrida. Negli anni successivi luglio è diventato il mese del lavoro al bar, degli ultimi esami da preparare, dei fugaci week end al mare.

Poi è arrivato il lavoro e luglio è diventato il mese più pesante dell'anno, inchiodata a questa scrivania, stravolta dall'anno di lavoro e dal caldo.
Luglio è il mio mese nero, fatto di notti insonni, milioni di lavori da chiudere, ferie da organizzare, grigliate e 5 compleanni in famiglia.

Ora non amo molto luglio, ma se penso che esattamente tra un mese sarà con le zampe nel mare...non vedo l'ora!

2 commenti:

  1. bellissimo... con luglio da bambina non avevo un rapporto conflittuale.... anzi avendo una mamma insegnante noi si faceva fugone dalla città e si andava al mare.... per università e lavoro mi rivedo pienamente in quello che hai raccontato

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  2. è un mese tragico, meno pesante da quando non sono più pendolare a milano ma il caldo mi sfianca.
    nonostante tutti i rimedi: polase, acqua a litri, mirtillo...

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