venerdì 28 maggio 2010
Zelig: più di un gatto.......RAMBO!
Vi avevo avvertiti che il primo post che ho realizzato sul mio super micio era solo una presnetazione preliminare e i blogger avvisati sono mezzi salvati, quindi ecco a voi un secondo racconto sul mio micione.
Zelig è un gatto molto affettuoso e coccolone, anche se in questi giorni è decisamente fuori come un balcone.
Tutta colpa di una cricca di gatti teppisti randagi che bazzica nella sua via, è quasi una settimana che è perennemente sul chi va là, agitato, nervoso. Ora è sulla finestra, trenta secondi dopo si struscia in mezzo alle tue gambe, dieci secondi dopo è sdraiato in posizione agguato e poi torna a fare le fusa.
Insomma, è ingestibile.
Di notte miagolii a tutto spiano in mezzo alla strada, lui che dorme e nel cuore della notte salta su e si mette a puntare dietro la finestra con la coda vigile e gli occhi a palla.
Stanno minacciando il suo territorio e lui lo vuole difendere, mi sembra che si senta un po' JOHN RAMBO...dei poveri!
L'ultima volta che è scappato, era piccolino, avarà avuto un paio d'anni, è tornato a casa mezzo massacrato...gli mancava del pelo tra le orecchiette e aveva tutta la coda spelacchiata.
Senza contare lo spavento che ci siamo presi, io lo pensavo già morto da qualche parte: schiacciato da una macchina o cotto al forno con le patate.
Quindi sto vivendo nel terrore che preso dal machismo di difendere il suo territorio, ne buschi ancora una carrettata!
Certe volte è troppo uno scemotto!
mercoledì 26 maggio 2010
17.30: esce la mia anima tamarra!
Visto che di scrivere un benedetto testo non c'è verso - ho fatto diverse versioni ma tutte mi fanno letteralmente schifo - ho avuto la felice idea di tirare fuori l'ipod dalla mia borsa. E complice un pomeriggio solitario in ufficio, anzi in compagnia di elettricista e trapanno annesso, ho azzardato a metere su uno dei miei gruppi preferiti: gli ABBA!
Ed è subito scattata l'ora tamarra, perchè le canzoni e, soprattutto i video degli ABBA sono tamarrissimi.
Ho iniziato con la sempreverde Mamma mia!
Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I've missed you
Per poi passare a Dancing Queen...
You are the Dancing Queen
young and sweet only seventeen
Per poi approdare alle mie tre preferite, nell'ordine:
- medaglia di bronzo: FERNANDO
There was something in the air that night
the stars were bright, Fernando
they were shining there for you and me
for liberty, Fernando...
- medaglia d'argento: GIMME GIMME GIMME (Hung up di Madonna è ispirata a questa canzone)
Gimme! Gimme! Gimme!
A man after midnight
won't somebody help me
chase the shadows away
Gimme! Gimme! Gimme!
A man after midnight
take me through the darkness
to the break of the day
- medaglia d'oro: la superbissima CHIQUITITA
Chiquitita, tell me the truth
I'm a shoulder you can cry on
Your best friend, I'm the one you must rely on
You were always sure of yourself
Now I see you've broken a feather
I hope we can patch it up together
Il video è la perfetta sintesi dello stile anni settanta kitsch degli ABBA
Ed è subito scattata l'ora tamarra, perchè le canzoni e, soprattutto i video degli ABBA sono tamarrissimi.
Ho iniziato con la sempreverde Mamma mia!
Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I've missed you
Per poi passare a Dancing Queen...
You are the Dancing Queen
young and sweet only seventeen
Per poi approdare alle mie tre preferite, nell'ordine:
- medaglia di bronzo: FERNANDO
There was something in the air that night
the stars were bright, Fernando
they were shining there for you and me
for liberty, Fernando...
- medaglia d'argento: GIMME GIMME GIMME (Hung up di Madonna è ispirata a questa canzone)
Gimme! Gimme! Gimme!
A man after midnight
won't somebody help me
chase the shadows away
Gimme! Gimme! Gimme!
A man after midnight
take me through the darkness
to the break of the day
- medaglia d'oro: la superbissima CHIQUITITA
Chiquitita, tell me the truth
I'm a shoulder you can cry on
Your best friend, I'm the one you must rely on
You were always sure of yourself
Now I see you've broken a feather
I hope we can patch it up together
Il video è la perfetta sintesi dello stile anni settanta kitsch degli ABBA
domenica 23 maggio 2010
e il mal di chiappe imperante
Metti una giornata in moto, 300 km percorsi su e giù tra le dolci colline del piacentino. Il sole caldo, l'aria frizzantina, una bella compagnia di amici e tu aggrappata al tuo lui.
Sembra una di quelle scene da film, romanticastrappalacrime, dove tu e lui con i capelli al vento - in questo caso solo io con i capelli al vento - percorrete la verdi colline, guardando sognanti il paesaggio in sella ad un moto, simbolo di libertà e trasgressione.
Bella come immagine, no?
Beh questo è solo un lato della medaglia, bisogna aggiungere che:
- mi sono dovuta alzare presto, anche oggi che è domenica, avendo dormito 5 ore
- perchè ieri sera sono stata risucchiata da un vortice di interisti a vedere la partita - che per la cronaca io sono milanista e faccio fatica a vedere una partita del milan, figuratevi con che voglia ho visto la finale della champions dove hanno trionfato i carissimi cuginetti - e costretta a elargire finti sorrisi di comprensione, in fondo sono solo 45 anni che non vincete un cazzo in Europa e ora non vi reggo più, lo giuro!
- la moto del mio moroso è scomoda: sella piccola e dura, senza schienale poggia schiena, tremila vibrazioni al minuto, io che non so dove aggrapparmi
- gli ho pure perso le chiavi della moto (aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh) che per fortuna le ha ritrovate, ma intanto io avevo già sentito la ramanzina
Il risultato è che sono stanca morta, con dolori ovunque (dalla cervicale, al mal di reni, passando per mal di culo e gambe) e con una mezza crisi allergica.
Però dai, mi sono divertita...forse!
Per la serie: ma chi me lo fa fare!
Sembra una di quelle scene da film, romanticastrappalacrime, dove tu e lui con i capelli al vento - in questo caso solo io con i capelli al vento - percorrete la verdi colline, guardando sognanti il paesaggio in sella ad un moto, simbolo di libertà e trasgressione.
Bella come immagine, no?
Beh questo è solo un lato della medaglia, bisogna aggiungere che:
- mi sono dovuta alzare presto, anche oggi che è domenica, avendo dormito 5 ore
- perchè ieri sera sono stata risucchiata da un vortice di interisti a vedere la partita - che per la cronaca io sono milanista e faccio fatica a vedere una partita del milan, figuratevi con che voglia ho visto la finale della champions dove hanno trionfato i carissimi cuginetti - e costretta a elargire finti sorrisi di comprensione, in fondo sono solo 45 anni che non vincete un cazzo in Europa e ora non vi reggo più, lo giuro!
- la moto del mio moroso è scomoda: sella piccola e dura, senza schienale poggia schiena, tremila vibrazioni al minuto, io che non so dove aggrapparmi
- gli ho pure perso le chiavi della moto (aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh) che per fortuna le ha ritrovate, ma intanto io avevo già sentito la ramanzina
Il risultato è che sono stanca morta, con dolori ovunque (dalla cervicale, al mal di reni, passando per mal di culo e gambe) e con una mezza crisi allergica.
Però dai, mi sono divertita...forse!
Per la serie: ma chi me lo fa fare!
lunedì 17 maggio 2010
Il mio rapporto conflittuale con la polvere
Interno giorno. Mattino ore 9.
Un muratore bergamasco sta sfondando con il flessibile una parete del mio ufficio.
Io sono alla mia solita scrivania, mezza ricoperta di chellophane, il resto dell'ufficio è ricoperto di plastica, porte e usci sono ben sigillati.
Mentre il muratore trapana anche le mie orecchie sono costretta a fare le pulizie di primavera dell'ufficio, dato che abbiamo internet e il nostro server - su quale abbiamo tutti i documenti che ci servono per lavorare fuori uso - vediamo di ottimizzare il tempo e lo sfruttiamo per fare quelle cose che si rimandano. Sempre.
Io, famosa per un rapporto conflittuale con polvere, acari e graminacee - più qualche altra dozzina di allergie alimentari e non che non sto ad elencare - vengo coinvolta nel progetto "Sistemiamo l'archivio e buttiamo via tuttotutto". Inizio sapientemente a impilare le riviste e a fare dei comodi pacchettini da trasportare in cantina.
La prima mezzora si svolge con calma apparente, il mio naso non cola, la gola non si è ancora gonfiata e i miei occhi sono normali. Poi inizia a complicarsi la situazione, fino a quando non respiro bene, tossisco come un'accanita fumatrice di ms senza filtro e sono costretta a farmi la prima dose di ventolin.
Così prosegue tutta la mia giornata, tra mani secche e rosse, fiato corto, gola infiamme con prurito assurdo annesso.
Sinceramente non ce la faccio più.
Non so neanche perchè sono rimasta qui.
A star male inchiodata a questa scrivania, senza combinare nulla perchè sono troppo impegnata a fare nell'ordine sparso:
- tentare di trovare un modo rapido, effiace e indolore di grattarmi la gola
- evitare di spararmi ventolin nei polmoni ogni trenta secondi e quindi sembro un pesce fuori dall'acqua che boccheggia lentamente
- cercare di avre degli occhi di colore normale, non rosso fuoco e non gonfi, sembra che mi sono fumata una piantagione di maria.
Ecco, penso di andarmene, ora.
venerdì 14 maggio 2010
Fino a che punto bisogna correre dietro ad un amico?
Mi sono posta questa domanda milioni di volte.
E la risposta non l'ho ancora trovata.
Le amicizie, quelle vere intendo, richiedono fatica, impegno, costanza, tolleranza e comprensione. Ma fino a che limite?
Come tutti l'ho preso sonoramente nel didietro svariate volte, sono batoste che ti fanno stare male ma contemporaneamente ti fanno crescere, ti aiutano a valutare meglio su chi investire tempo e fatica.
Io ho un'amica, anzi UNA SOLA MIGLIORE AMICA, una persona dolce e comprensiva, con la quale ho condiviso tante cose. Una persona che mi ha aiutata nei momenti di difficoltà, che mi ha cazziata quando me lo meritavo e che mi ha consolata quando ero triste. Lo stesso ho fatto io, le sono stata accanato con pazienza e tenacia nel gestire i complicati rapporti con sua madre, il suo matrimonio e poi la separazione, la depressione profonda in cui è caduta, gli N fidanzati o presunti tale che si sono avvicendati al suo fianco dopo la fine del matrimonio, la sorella teppista e la morte del nonno.
Ora è dentro di nuovo ad un buco nero, fatto di tristezza e angoscia, insicurezza e solitudine. Io la vorrei aiutare ma non so come fare.
Non si fa trovare, ci mettiamo d'accordo per vederci diventa irreperibile, le scrivo e non mi risponde.
Io non so cosa fare, non so se ce la faccio ad affrontare un'altra valle di lacrime come la sua separazione e non voglio neanche rincorrerla per consolarla, per farla sfogare.
Un po' sono egoista, nel senso che io sto vivendo un bel momento - ho appena preso casa con il morus e sono presa tra la ristrutturazione e la scelta dei mobili - quindi il tempo libero che mi rimane tra lavoro e lavori alla casetta nuova è proprio poco.
E non lo vorrei passare ad ascoltare una persona che è sempre infelice e che, nell'ultimo periodo, si fa sentire ben poco se non per i suoi problemi.
Ecco, l'ho detto.
Sono egoista e mi sento una pessima amica e una brutta persona.
giovedì 13 maggio 2010
I study English!
Hello!
How are you?I'm fine.
The cat is on the table
The book is on the table
ok, stop!
Il mio livello di inglese fortunatamente è migliore di questo.
Sto sfacchinando sui libri da più di due anni con una favolosa insegnante madrelingua che mi ha fatto scoprire la vera lingua inglese.
Perchè sapete ciò che vi insegnano a scuola non è il vero inglese. La grammatica è sempre quella ma nelle scuole italiane si presta pocchissima attenzione alla pronuncia e poi s'insegna un tipo d'inglse obsoleto, accademico....neanche Queen Elisabeth parlà più quel tipo d'inglese.
Le lingue cambiano, si evolvono, si creano nuovi termini, neologismi, ma a scuola rimangono immobili, fermi a Shakespeare e Wilde.
Io mi sono sparata anni d'inglese, esattamente 15 anni tra elementari, medie e superiori. All'università: questo sconosiuto, un esame scrausissimo nel triennio e uno più serio nel biennio, passato nonostante la mia preparazione non eccelsa e una pronuncia decisamente improponibile.
Ora dopo lezioni con la mia insegnante madrelingua, film in lingua, ascolto attento di canzoni in inglese, lettura di testi, scrittura e un soggiorno a Brighton con corso ultra intensivo, sono riuscita ad arrivare ad un buon livello.
Ma non mi basta.
Io, instancabile ricercatrice della perfezione in tutto e secchiona a vita, mi sto scervellando e allenando per raggiungere la fantomatica BBC Pronunciation.
E lo so che ce la farò, prima o poi!
lunedì 10 maggio 2010
Lunedì sera tra playstation, blog e Zelig
E' lunedì sera e come ogni lunedì sono a casa bella tranquilla. Il moroso è in serata playstation e io non oso interferire con questo sacro rito che mi regala una serata di assoluta tranquillità.
Di solito a quest'ora sono già spaparanzata sul divano con plaid annesso a vedere qualche film retrò - intellettuale sul digitale terrestre, ma stasera l'offerta era scarsa: su iris il divertente My name is Tanino che ho già visto mentre su rai4 si sono dai ai film d'azione...no grazie, non fanno per me.
Quindi mi dedico al piccolo blog, che vorrei fare crescere un pochino e a fare degli esercizi di stile comunicatrice d'impresa perchè non si finisce mai d'imparare, soprattutto a scrivere bene.
Rileggendo tutti i miei post mi sono resa conto che non ho mai parlato approfonditamente di colui a cui è dedicato parte del blog, il mio super miciotto Zelig.
*Adesso entro nel mood mieloso e da mezza rinco, chi non gradisce e non ama il genere è pregato di non proseguire*
Zelig è un gatto anomalo, perchè sta dal mio moroso part time, o meglio quando gli pare a lui. Il suo vero padrone è il vicino del mio ragazzo, ma visto che lo sbatte sempre fuori - regolarmente ogni sera - abbiamo attuato una subdola e complicata strategia a base di speck e taleggio per portarlo al piano di sopra.
Ed ora si è praticamente trasferito con: ciotola personalizzata per latte, piatto multifunzione per mousse, patè e croccatini, cesta 1m*50cm dotata di cuscino in pile, cesta con giochi di qualsiasi dimensione e "producenti" qualsiasi rumore.
Zelig è la mia piccola palla di pelo, soffice, calda e affettuosa. Ogni tanto penso che si creda un cane e ci fa le feste come un cane, talvolta è gatto al 100% che si mette a mangiare le spugne alle 3 del mattino.
Chiudo questa presentazione preliminare con una sua foto
Di solito a quest'ora sono già spaparanzata sul divano con plaid annesso a vedere qualche film retrò - intellettuale sul digitale terrestre, ma stasera l'offerta era scarsa: su iris il divertente My name is Tanino che ho già visto mentre su rai4 si sono dai ai film d'azione...no grazie, non fanno per me.
Quindi mi dedico al piccolo blog, che vorrei fare crescere un pochino e a fare degli esercizi di stile comunicatrice d'impresa perchè non si finisce mai d'imparare, soprattutto a scrivere bene.
Rileggendo tutti i miei post mi sono resa conto che non ho mai parlato approfonditamente di colui a cui è dedicato parte del blog, il mio super miciotto Zelig.
*Adesso entro nel mood mieloso e da mezza rinco, chi non gradisce e non ama il genere è pregato di non proseguire*
Zelig è un gatto anomalo, perchè sta dal mio moroso part time, o meglio quando gli pare a lui. Il suo vero padrone è il vicino del mio ragazzo, ma visto che lo sbatte sempre fuori - regolarmente ogni sera - abbiamo attuato una subdola e complicata strategia a base di speck e taleggio per portarlo al piano di sopra.
Ed ora si è praticamente trasferito con: ciotola personalizzata per latte, piatto multifunzione per mousse, patè e croccatini, cesta 1m*50cm dotata di cuscino in pile, cesta con giochi di qualsiasi dimensione e "producenti" qualsiasi rumore.
Zelig è la mia piccola palla di pelo, soffice, calda e affettuosa. Ogni tanto penso che si creda un cane e ci fa le feste come un cane, talvolta è gatto al 100% che si mette a mangiare le spugne alle 3 del mattino.
Chiudo questa presentazione preliminare con una sua foto
Adunata alpini a Bergamo, quante emozioni!
Ieri sono andata a godermi l'adunata nazionale degli alpini a Bergamo.
Figlia di un alpino ultra convinto, ho ereditato dalla mia famiglia la passione per il mondo degli alpini: un mondo fatto di valori semplici come l'amicizia, la gioia di condividere, di aiutare gli altri, di divertirsi stando semplicemente assieme bevendo un bicchiere di vino e mangiare un michetto con il salame.
Ieri mattina alle nove e mezza ero già in una Bergamo ultra gremita di gente di tutti i tipi: alpini, giovani, bimbi, nonni, tanta gente comune che applaudeva al passaggio degli alpini in sfilata. Tutti gridavano W gli alpini e di contro loro rispondevano con i loro sorrisi caldi e cordiali.
Bergamo di solito è una città piuttosto tranquilla, sembra che nulla la scalfisca - a parte il debry atalanta - brescia - invece lo scorso week end si è aperta, è diventata rumorosa ma accogliente, carica di volti felici e di canti allegri.
Anche città Alta rifletteva un fascino insolito, più vivo e anche commovente.
E' stata una giornata stupenda, fatta di persone, canti e risa...Mi sono gustata le frecce tricolore che sono sfrecciate a 50 mentri dal mio naso, un panino tirolese untissimo, una rinfrescante birra.
Sono tornata a casa con le gambe doloranti, la schiena a pezzi, ma felice di aver trascorso una giornata così serena e leggera.
Grazie Alpini!
venerdì 7 maggio 2010
It's friday time!
Ok, finalmente è venerdì.
Sono stanca, stufa marcia del lavoro, di stare inchiodata a questa scrivania, davanti a questo computer a sgobbare come una scimmia urlante.
Fa freddo, il tempo fa schifo, sono in piena sindrome post mestruale, le mie mani sono un ghiacciolo nonostante batta come una furia su questa tastiera dalle ore 14.
E'il compleanno del mio morus, lui ha la luna e io non lo sopporto quando fa quello a cui non va bene una cippa lippa di niente. Dal tempo, al mio tono della voce, a quello che dico, a quello che penso e non gli dico (perchè si, secondo me mi legge nella mente da qualche tempo e la cosa mi inquieta assai).
Però mi ero ripromessa che sarei stata meno negativa, che non avrei lasciato troppo campo al mio costante saturno contro e avrei aperto uno spiraglio alla positività e all'armonia.
Bene, eccomi qui, ci provo a fare un po' di coming out sereno a positivo: è venerdì, mancano solo duer ore e poi posso togliere la catena da questa scrivania, spegnere il pc, ascoltare della buona musica mentre torno a casa in macchina, far prendere le misure per la cucina della mia nuova casetta, fare un bel bagno caldo e rilassarmi, stirarmi i capelli e finalmente uscire a bere una birra.
Dire due balle con il mio lui, vedere qualche amico, mangiare una piadina, fumare una sigaretta in santa pace, ridere, rilassarmi. Fare tardi, tornare a casa e spogliarsi con calma, leggere qualche pagina di un libro, addormentarsi di sasso senza l'ansia della sveglia domani mattina.
Coming out finito, ecco, mi sento meglio.
Sulle labbra mi è spuntato un piccolo sorriso, ha una mezza piega ironico - bastarda, ma si tratta sempre di un sorriso, echecavolo!
A qualcosa è servito, dovrei fare questo esercizio più spesso, quando sono incacchiata come una faina per qualcosa, quando sono in piena sindrome pre- durante - post mestruo, quando ho un attacco di allergia.
Sisi, ci vuole!
Tutto sommato: It's friday time!
Sono stanca, stufa marcia del lavoro, di stare inchiodata a questa scrivania, davanti a questo computer a sgobbare come una scimmia urlante.
Fa freddo, il tempo fa schifo, sono in piena sindrome post mestruale, le mie mani sono un ghiacciolo nonostante batta come una furia su questa tastiera dalle ore 14.
E'il compleanno del mio morus, lui ha la luna e io non lo sopporto quando fa quello a cui non va bene una cippa lippa di niente. Dal tempo, al mio tono della voce, a quello che dico, a quello che penso e non gli dico (perchè si, secondo me mi legge nella mente da qualche tempo e la cosa mi inquieta assai).
Però mi ero ripromessa che sarei stata meno negativa, che non avrei lasciato troppo campo al mio costante saturno contro e avrei aperto uno spiraglio alla positività e all'armonia.
Bene, eccomi qui, ci provo a fare un po' di coming out sereno a positivo: è venerdì, mancano solo duer ore e poi posso togliere la catena da questa scrivania, spegnere il pc, ascoltare della buona musica mentre torno a casa in macchina, far prendere le misure per la cucina della mia nuova casetta, fare un bel bagno caldo e rilassarmi, stirarmi i capelli e finalmente uscire a bere una birra.
Dire due balle con il mio lui, vedere qualche amico, mangiare una piadina, fumare una sigaretta in santa pace, ridere, rilassarmi. Fare tardi, tornare a casa e spogliarsi con calma, leggere qualche pagina di un libro, addormentarsi di sasso senza l'ansia della sveglia domani mattina.
Coming out finito, ecco, mi sento meglio.
Sulle labbra mi è spuntato un piccolo sorriso, ha una mezza piega ironico - bastarda, ma si tratta sempre di un sorriso, echecavolo!
A qualcosa è servito, dovrei fare questo esercizio più spesso, quando sono incacchiata come una faina per qualcosa, quando sono in piena sindrome pre- durante - post mestruo, quando ho un attacco di allergia.
Sisi, ci vuole!
Tutto sommato: It's friday time!
mercoledì 5 maggio 2010
Quello che le mamme non dicono - il libro del blog machedavvero
Il mio primo post di maggio è dedidacato a lei.
A colei che seguo da due anni, che leggo con passione e che ammiro.
Perchè ha solo un anno in più di me e ha una bambina, io al suo posto sarei impazzita. Giuro.
Voglio diventare mamma ma contemporaneamente ho una paura folle, follissima.
Di perdere la mia libertà, di non avere più il tempo per fare un week end al mare con le mie amiche, di cazzeggiare in moto con il mio ragazzo, di dormire fino alle undici.
Chiara - alias Wonderland per tutte noi della blogosfera - nel suo blog ha sempre messo in luce le contraddizioni dell'essere mamma, i dubbi, le angosce e le perplessità, in modo autentico e genuino.
Non si è nascosta dietro l'ipocrita idea che essere mamma vuol dire non essere più donna ed annullare la propria personalità, le proprie idee.
Essere mamma vuol dire ancora fare shopping, un aperitivo con le amiche, andare a ballare e stare con al propria bimba al parco, dormire con lei abbracciata.
Grazie Wonder per aver dato un punto di vista ironico e dissacrante sulla maternità, mi hai aiutata a capire meglio cosa vuol dire essere mamma e a preparare la mia mente bacata a quando accadrà.
Perchè prima o poi capiterà anche a me.
PS: non vedo l'ora di leggerti su carta stampata, farà uno strano effetto lo so!
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